Marettimo, riapre il Castello di Punta Troia

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Riapre al pubblico il Castello di Punta Troia di Marettimo. L’antica struttura, uno dei simboli dell’isola, si potrà visitare dalle 10.30 alle 16.30, inizialmente nei fine settimana e successivamente tutti i giorni. Il maniero, che si affaccia in uno dei punti più suggestivi della più lontana delle Egadi, con un panorami mozzafiato da un lato sul piccolo centro abitato, dall’altro sul versante nord fino a punta Mugnone, si può raggiungere percorrendo il sentiero che parte della scalo vecchio, uno dei due porti dell’isola, per arrivare fino allo scalo maestro, passando per autentici angoli di paradiso, tra pinete e valloni che guardano verso il blu del mare. Un percorso sempre più frequentato dagli amanti del trekking che scelgono Marettimo per vivere un’esperienza unica, immersi in una natura incontaminata con il sottofondo della risacca.

Per ogni informazione utile si ci può rivolgere agli uffici della Delegazione comunale dell’isola. Il Castello di Punta Troia, edificato a strapiombo sul mare sulla cima di un suggestivo promontorio, è uno dei monumenti più antichi dell’isola e sorge sulle fondamenta di una torretta di avvistamento costruita nel IX secolo dai Saraceni. Nel XII secolo Ruggero II, re normanno di Sicilia, fortificò le postazioni difensive delle Egadi, tra le quali la torretta di Punta Troia. Nel 1600 circa, gli Spagnoli edificarono l’attuale castello, dotandolo di una grande cisterna per la raccolta d’acqua e di una chiesetta che fu chiamata Real Chiesa Parrocchiale di Marettimo. La cisterna, detta la Fossa, venne successivamente adibita dagli stessi Spagnoli a prigione per i condannati per i reati più gravi. Dalla fine del Settecento il Real Castello del Marettimo divenne un carcere per prigionieri politici, fino al 1844, quando Ferdinando II di Borbone, dopo un’ispezione, ne decise la chiusura. Fu adibito in seguito, durante i conflitti mondiali, a punto di avvistamento militare e stazione telegrafica. Restaurato, ospita da alcuni anni il Museo delle Carceri e l’Osservatorio foca monaca dell’Area marina protetta delle Isole Egadi.

 

 

(foto Mario Torrente)

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