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Sentiero Scurati – Cofano

Grotte preistoriche e riserve naturali: lo scenario strepitoso del Golfo di Bonagia e della costa sinuosa che si tuffa nel mare.

 

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Questo breve itinerario collega Custonaci alla Riserva Naturale Orientata di Monte Cofano. Dal centro della “città del marmo”, si giunge facilmente al Parco Suburbano di “Cerriolo”, dal quale è possibile ammirare uno stupendo scenario del Golfo di Bonagia e seguire con lo sguardo la costa sinuosa, delimitata a ovest dal Monte Erice e a nord dall’imponente Monte Cofano. Oltre che per la bellezza paesaggistica, il parco è interessante anche per la sua geo-morfologia: percorrendo la vecchia mulattiera all’interno del parco, tra i bassi arbusti tipici della macchia mediterranea come la palma nana, non è raro distinguere fenomeni carsici e, seguendo la segnaletica, poter visitare le grotte, interessanti sotto il profilo spelelogico e archeologico, come quella denominata “Cafuni”, con formazioni di stalattiti e stalagmiti.

Dopo aver percorso poco più di 1 km, si giunge all’abitato della frazione denominata Scurati e la vicina Grotta Mangiapane, una delle più importanti del territorio trapanese.

Alta circa 70 m, larga 13 e profonda 50, fu abitata dall’uomo fino dal Paleolitico superiore.

Tra i numerosi reperti preistorici, sono stati rinvenuti denti e ossa di animali, selci lavorate, ossidiana e pitture rupestri tuttora conservati presso il museo Pepoli di Trapani, e il Museo Etno Antropologico di Parigi. È stata abitata fino agli anni ’50 e apparteneva alla famiglia Mangiapane, da cui prende il nome. Tradizionalmente si svolge al suo interno, nel periodo natalizio, la manifestazione denominata “Presepe vivente di Custonaci”, con un cast composto da oltre 160 interpretitra artigiani-artisti provenienti dall’intera Sicilia e maestranze contadine e figuranti locali, e numerose comparse. È altresì curioso sapere che nella grotta sono stati girati alcuni episodi della serie televisiva di successo “Il Commissario Montalbano”.

L’itinerario prosegue in direzione nord, verso la Riserva Naturale Orientata di Monte Cofano: oltre al panorama sulla costa –ineguagliabile-, ci sono aspetti floro-faunistici di rilievo: la palma nana, l’euforbia e numerose specie erbacee, come la scilla, la calendula, il ciclamino autunnale, l’iris colorano di vivaci fioriture questa porzione di territorio, anche in inverno. La fauna è costituita prevalentemente di specie terricole come il riccio e l’istrice, e da alcune specie di rettili. È interessante la presenza dei volatili rapaci come il barbagianni e la civetta. Il percorso termina con l’arrivo a Cala Buguto, bagnata dalle acque cristalline di Baia Cornino, e che nel mese di agosto è teatro dello “sbarco della Madonna”: una suggestiva processione in mare, con numerose barche di pescatori che rendono omaggio alla Santa protettrice di Custonaci.

Il percorso è agevole, e può essere praticato anche dai meno esperti. Si consiglia di indossare scarpe comode per l’escursione e scarpette da mare per camminare sugli scogli, costume da bagno e telo: sarà infatti impossibile resistere alla tentazione di tuffarsi nelle limpide acque che bagnano questo angolo di paradiso.

Scurati Grotta Mangiapane

In località Scurati, c’è un piccolo villaggio sovrastato dalle pareti rocciose del Monte Cofano, sulle quali si aprono grotte naturali, alcune delle quali utilizzate dai pastori e contadini locali.
La più grande, Grotta Mangiapane, ospita all’interno un minuscolo villaggio con un lungo corridoio pavimentato con pietre e ciottoli. Prende nome dalla famiglia che vi abitò, dentro minuscole case dal 1819 fino al 1950. Alta circa 60 metri e profonda 70, fu utilizzata dall’uomo sin dal Paleolitico Superiore, come hanno dimostrato i reperti rinvenuti nel suo interno. Agli inizi dell’Ottocento la famiglia Mangiapane vi costruì cinque piccole case a due piani, un magazzino e due stalle; altre stanze furono ricavate chiudendo il fondo della grotta e fu realizzato un grande forno. All’esterno sorsero delle casette, ed una grotta più piccola fu utilizzata per la custodia del gregge.

Presepe vivente

Nella suggestiva grotta Mangiapane, si svolgono periodicamente due eventi etnologici di grandissimo interesse, Il Presepe Vivente a Natale e il Museo Vivente in estate, che rievocano momenti di vita quotidiana degli inizi del Novecento, nell’agro ericino. Attori sono veri artigiani, contadini, pastori, donne, bambini, venditori che ripetono gesti antichi e fanno rivivere mestieri oggi scomparsi. All’interno del piccolo borgo sono riprodotte le botteghe di vari artigiani e alcuni ambienti domestici, corredati da utensili e attrezzi originali.
Voci, suoni, odori, azioni e manufatti raccontano autentiche tradizioni siciliane e consuetudini quotidiane. Si possono anche assaporare il pane di casa appena sfornato, la tuma e la ricotta di pecora ancora calde, i cannoli o le cassatelle.
Nel periodo natalizio l’evento si arricchisce del quadro della Natività nel cuore della grotta.

Santuario della Madonna di Custonaci

Il santuario, di origini tardo cinquecentesche, è il monumento più rappresentativo della città, luogo di un antico culto e meta di pellegrinaggi; la facciata, con portale ad archi ogivali e rosone, l’interno neogotico sono espressione degli ultimi rifacimenti avvenuti agli inizi del secolo XX. Di grande effetto decorativo sono la monumentale scala e il pavimento del sagrato a selciato con caratteristici ciottoli di pietra. Nell’abside della chiesa si trova una grande tribuna marmorea ornata con statue in marmo e legno, il più fastoso arredo plastico-architettonico del trapanese: al centro di questa è posta la venerata tavola in pioppo raffigurante la “Madonna lactans” (XVI secolo), detta Madonna di Custonaci. Tante sono le leggende legate al culto della Madonna, e numerosi i “trasporti” del quadro nella vicina Erice avvenuti dal 1568 al 1936, anche per invocare la pioggia in tempi di siccità.

Riserva naturale orientata di Monte Cofano

A salvaguardia del suggestivo promontorio di Monte Cofano che, aguzzo come un piccolo Cervino, si staglia sul mare tra il Golfo di Bonagia e quello di Makari, racchiude ben 651 entità infrageneriche di 83 famiglie vegetazionali. Qui la prateria di ampelodesma e la gariga a palma nana conserva ancora, infatti, pochi lembi di leccio (Quercus ilex), oltre a numerosi endemismi tra cui la Brassica drepanensis, l’Euphorbia bivonae, lo Hieracium cophanense e il Delphinium emarginatum definiscono condizioni di pregio naturalistico. Specialmente in primavera è possibile vedere fiorite le orchidee selvatiche. Riguardo alla fauna vi stanziano il falco pellegrino, il gheppio, la poiana, il corvo imperiale, il colombo selvatico, oltre al gabbiano comune.

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