Salina 1 – 5 giugno, tra capperi, malvasia e sentieri che profumano di mare

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di Rocco Chinnici
ph. autori vari

Salina è la seconda tra le isole Eolie per estensione e per popolazione, dopo Lipari. È divisa in tre comuni: Santa Marina Salina, Malfa e Leni. Possiede il primo e terzo rilievo più alto dell’arcipelago: monte Fossa delle Felci (962 m) e monte dei Porri (860 m). Dalla presenza dei due coni vulcanici spenti deriva il suo antico nome greco: Didymos, che significa: Gemello. L’attuale nome deriva invece da un laghetto presente nella frazione di Lingua dal quale si estraeva il sale.

Salina è l’isola più fertile delle Eolie e ricca d’acqua; vi si coltivano capperi e uve pregiate dalle quali si ricava la famosa Malvasia delle Lipari, raffinato vino dolce da uve passite, da gustare a fine pasto accompagnato da biscottini.

Giovedì 1 giugno

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Arriviamo sull’isola alla spicciolata, con orari e provenienze diverse. La nostra meta è Lingua, frazione di Santa Marina Salina. Ad accoglierci c’è Santino che gestisce il ristorante “A Cannata”, l’annesso museo del calcio, un albergo e una serie di case vacanze. Originale, cordiale, loquace, Santino è il factotum che ci adotterà per questi giorni sull’isola.

Il panorama da Lingua è spettacolare. Lipari e Vulcano sono a due passi. Più a nordest riconosciamo le sagome di Panarea e Stromboli coi suoi sbuffi di fumo. In lontananza, verso sud, si intravede il profilo dei Nebrodi.

Di pomeriggio un temporale rinfresca l’aria, breve ma intenso con tuoni e fulmini. Non è un buon presagio per i giorni che verranno. La sera a cena il gruppo finalmente si riunisce. Le delizie che ci servono Santino e il suo staff ci mettono subito di buon umore. Il nostro Pino ci illustra il programma per il giorno successivo: Monte dei Porri.

Venerdì 2 Giugno

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In mattinata un pullman privato ci viene a prendere e ci porta in Val di Chiesa, frazione di Leni, la selletta che separa i due coni vulcanici. Alcuni del gruppo rinunciano alla salita e preferiscono farsi lasciare presso la spiaggia di Rinella dove godranno una mattinata di mare.

Il tempo è incerto. Il sole si alterna alle nubi. Le cime dei due monti sono per lo più coperte da densa foschia. Il timore di Pino e di tutti noi è che un temporale come quello del giorno precedente possa coglierci mentre siamo in cima. Più che la pioggia ci spaventano i fulmini.

Ci facciamo coraggio e partiamo. Il sentiero, ben tracciato sul terreno lavico, procede a zig-zag verso nordovest e ci porta senza eccessiva fatica sino in cima. Camminiamo in mezzo a una vegetazione bassa ma rigogliosa di macchia mediterranea. Come in un quadro, il lentisco e il corbezzolo danno le varie sfumature del verde di fondo, interrotto dalle macchie di colore della ginestra e del cisto. A tratti la foschia rende il tutto più sfumato creando una atmosfera surreale.

Ci fermiamo in cima per consumare il nostro panino. Purtroppo il panorama che ci aspettavamo ci viene negato dalla foschia. Salina è l’isola al centro delle Eolie. Quando l’aria è serena dalle sue cime si possono vedere le altre sei isole dell’arcipelago, ma oggi ce le possiamo soltanto immaginare.

Riprendiamo il cammino in direzione nord su un sentiero simile a quello dell’andata. La vegetazione è però diversa, più fitta e più alta. Siamo sul versante nord della montagna ed è normale che sia più umido e ombreggiato. Ci dirigiamo verso il Semaforo di Pollara, una antica torre di avvistamento della marina militare. Qui ci aspetta il nostro pullman che ci riporta a Lingua. Prima di cena resta il tempo per sorbirci una meravigliosa granita nel famoso e antico locale di Alfredo.

Sabato 3 giugno

Oggi il programma prevede l’ascensione a monte Fossa delle Felci. La mattinata si presenta calda e soleggiata, e questo induce molti di noi a togliere dallo zaino il materiale per la pioggia (errore gravissimo). Come il giorno precedente, c’è chi va per monti e chi per mare.

Il gruppo dei montanari viene accompagnato ancora in pullman a Val di Chiesa. Dopo una breve visita al santuario della Madonna del Terzito imbocchiamo un sentiero che sale in direzione sudest. Più che sentiero sembra una scalinata fatta da ampi gradoni di basalto. Ogni tanto il sentiero incrocia la stradella forestale che porta in cima. Oggi possiamo dire di trovarci all’interno di un bosco nel quale la macchia mediterranea si alterna a conifere, eucalipti e, più in alto, castagni. All’inizio del sentiero alcuni cartelli ci ammoniscono alla cautela nei confronti dei bruchi della processionaria che infesta prevalentemente gli alberi di corbezzolo e che può provocare gravi irritazioni. A dire il vero, di processionaria, in tutto il giorno, non abbiamo visto né i nidi né le lunghe processioni da cui prendono il nome.

Una sorpresa non meno sgradevole ci attende però a metà percorso: un acquazzone che ci inzuppa sin nell’intimo abbigliamento. Troviamo riparo sotto una tettoia dove approfittiamo per consumare il panino. Per telefono abbiamo notizia che anche il gruppo che ha preferito passare la giornata al mare ha dovuto ripararsi dalla pioggia sotto gli ombrelloni.

Cessata la pioggia, con non poche perplessità, indecisioni e ripensamenti, riprendiamo il cammino verso la cima. Anche oggi il panorama dalla vetta non è esaltante a causa delle nubi che si alternano a brevissime schiarite. In qualche raro momento intravediamo Panarea e, sotto di noi, Lingua.

Ritorniamo per lo stesso itinerario dell’andata, parte su sentiero e parte sulla stradella forestale. Arriviamo in tempo per prendere il bus di linea che ci riporta a Lingua dove l’acqua calda della doccia proverà a cancellare il ricordo dell’altra acqua.

Ci ritroviamo tutti a cena dove il nostro Santino ci sorprende ancora una volta con le sue delizie culinarie. Dopo cena, Angelo e Rocco improvvisano un intervento musicale a cui si aggregano le voci, più o meno sobrie, degli altri.

Domenica 4 giugno

Oggi giro dell’isola in barca. L’appuntamento è al molo di Lingua dove una motonave ci attende. La giornata è serena e soleggiata, il mare è calmo. La motonave è capiente e stabile, i membri dell’equipaggio sono gentili e competenti. Con la prua rivolta a nord iniziamo a costeggiare, a debita distanza, le ripide scogliere che formano buona parte del perimetro dell’isola. Il basalto compatto si alterna stratificazioni di lava friabile. Davanti a noi abbiamo Panarea e Stromboli

Passiamo davanti a Santa Marina Salina e, dopo avere superato Capo Faro, volgiamo la prua verso occidente. Finalmente riusciamo a vedere Filicudi e Alicudi. Il comandante porta l’imbarcazione in una zona riparata dove getta l’ancora e cala le scalette. In un attimo l’imbarcazione si svuota e siamo tutti in acqua, bandiera compresa. L’acqua è calma e non troppo fredda.

Ripresa la navigazione passiamo davanti a Malfa, rivediamo in alto il Semaforo di Pollara. Superata Punta Perciata, davanti a noi ammiriamo l’ampio anfiteatro di Pollara con davanti lo scoglio Faraglione. Famosa per avere ospitato le riprese del film Il Postino in cui abbiamo visto recitare per l’ultima volta il compianto Massimo Troisi, la zona di Pollara è quel che rimane di un antico cratere vulcanico, mentre lo Scoglio Faraglione rappresenta il condotto eruttivo solidificato, dopo che le pendici del cono vulcanico nei millenni sono state completamente erose dagli agenti atmosferici.

Continuiamo il nostro giro attorno a Monte dei Porri navigando verso sudest. Incontriamo la spiaggia di Rinella, l’unica di tutta l’isola che possa definirsi tale. Verso l’una approdiamo di nuovo a lingua dove finisce il nostro giro.

Nel tardo pomeriggio alcuni di noi vanno coi mezzi pubblici a Pollara per assistere al tramonto. Purtroppo la foschia lo impedisce. Li vediamo tornare e consolarsi con la cena insieme a noi. Dopo cena iniziano i saluti e i ringraziamenti perché il giorno successivo c’è chi parte molto presto. Brindiamo con la malvasia e ci scambiamo l’augurio di rincontrarci presto su un’altra di queste splendide isole.

tramonto a Salina

Un ringraziamento particolare va a Pino che ha speso tante energie per organizzare meticolosamente questa vacanza. Altri ringraziamenti vanno per il loro impegno a: Silvana, Titti, Angela, Vitalba, Fabio, Rocco e, non ultimo, al nostro Presidente. Un ultimo ringraziamento è doveroso farlo a Santino che insieme a tutto il suo staff si è prodigato per accontentarci in tutti i modi possibili.

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